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Origami Pavilion

Origami in alluminio: l’architettura parametrica

in Estetica e Design/Magazine

Il padiglione Origami (Origami Pavilion) realizzato da Tal Friedman nel 2016 è stato costruito unicamente usando otto grandi fogli di alluminio. Quest’opera architettonica di avanguardia unisce un’affascinante semplicità alla rigorosa messa in pratica dei principi dell’origami e dell’architettura parametrica.

Origami è l’arte di piegare la carta (in giapponese ori, piegare, la carta, kami). In Giappone, l’origami era in origine una manifestazione della religione shintoista: le prime forme di origami, dette go-hei, erano strisce di carta piegate in forme geometriche che delimitavano tramite bacchette o un filo gli spazi sacri. In occidente, l’origami si è diffuso in un’epoca abbastanza recente, intorno agli anni Venti del Novecento, per opera di Josef Albers.

L’idea di una applicazione dell’origami all’architettura fu probabilmente influenzata dagli studi di Masahiro Chatani, autore del libro Origamic Architecture (1984): dai raffinati modelli in carta si è passati così alla progettazione e alla realizzazione di edifici veri e propri, come ad esempio la Klein Bottle House progettata da McBride Charles Ryan Architects e la Reflection of Mineral House dell’Atelier Tekuto.

Per la realizzazione di alcuni delicati esperimenti architettonici, collocati in spazi pubblici a fini prevalentemente decorativi, l’alluminio appare particolarmente adatto. Grazie alla sua duttilità si presta a realizzare senza compromessi l’idea dell’architetto e la sua naturale resistenza alle intemperie ne garantisce la inalterabilità nel tempo. Ad esempio, la serie di Aluminum Origami Kiosks realizzati a Londra dallo studio Make.

L’architettura parametrica

L’architettura parametrica si configura in un indirizzo di ricerca che, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, caratterizza l’avanguardia architettonica, in particolare presso la London Architectural Association.

In sintesi, l’architettura parametrica esplora il sistema delle relazioni fra le parti di un oggetto architettonico, sostituendo a un modello definito nella mente dell’architetto la somma delle relazioni fra le parti, capaci di condurre a esiti inaspettati.

La complessità di queste relazioni fra le forme geometriche viene oggi trattata tramite i computer, considerati come strumenti ideali per esplorare fino in fondo le potenzialità della combinazione fra gli elementi e le strutture che costituiscono l’oggetto architettonico. La configurazione complessiva di un sistema architettonico viene dal progettista continuamente modificata, agendo sui parametri posti alla base del processo progettuale, come viene spiegato dallo stesso Tal Friedman in questo video Less is Morph.

Il Padiglione Origami

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Un’immagine scattata durante la realizzazione dell’Origami Pavilion

Abbinando le suggestioni dell’architettura parametrica e la tecnica dell’origami alla straordinaria duttilità dell’alluminio, l’architetto Tal Friedman ha creato l’originalissimo Padiglione Origami.

Friedman ha spiegato che la sua idea era di lavorare i fogli di alluminio in modo da costruire due fiori di metallo e accostarli, così da realizzare una sorta di tettoia o di ponte. L’ispirazione proviene direttamente dai portali di accesso ai templi shintoisti giapponesi, i Torii, che delimitano lo spazio sacro separandolo dallo spazio profano.

Il progetto richiama l’origami non solo nei valori strutturali o estetici, ma anche nella modalità di realizzazione. Il padiglione è stato realizzato piegando fogli di alluminio: ciascun fiore è formato da quattro sezioni ripiegate, che a loro volta consistono di un numero di superfici interconnesse che varia da un minimo di 12 a un massimo di 20.

Il padiglione Origami – ha affermato Friedman – è la prova che questa tecnica può essere impiegata anche nella realizzazione di strutture molto ampie, mantenendo inalterate le caratteristiche di rigidità e stabilità.

Foto: Tal Friedman – parametric architecture

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